29 maggio, 2008

Partiti.

Mercoledì 28 maggio e giovedì 29 maggio.

Il resto della mia famiglia parte. Io sto a Torino a chiudere casa e poi partirò anche io.

Il volo è Torino Francoforte - Francoforte - Portland. A Portland ci saranno i miei suoceri a prendere mia moglie, i tre ragazzi e il cane.
Il piano è questo: Partiamo tutti e 5 (più il cane) da Torino per Francoforte mercoledì 28 sera. Io vado fino a Francoforte così do loro una mano a gestire bimbo di meno di 6 mesi e il cane, ci fermiamo una notte a Francoforte in un albergo, poi il giorno dopo mia moglie, i tre giovani e il cane prendono l'aereo per Portland che parte alle 9:15 e io torno a Torino con l'aereo delle 13:10.

Quindi mercoledì partiamo di casa alle 16:30 (un po' in ritardo, volevamo partire alle 16:15 ma il piccolo voleva mangiare), porto prima mia moglie, il piccolo, il ragazzo medio, un paio di valigie e il cane all'aeroporto di Torino Caselle poi torno indietro, prendo il ragazzo più grande, il resto delle valigie e il trasportino del cane (ho dovuto tirare giù il sedile della mia alfa 156 SW per far stare tutto) e porto tutto a Caselle.

Il check-in è stato lunghissimo.

Eppure non mi sembra così strano chiedere che i bagagli siano inviati direttamente a Portland e il trasportino con il cane dentro (che è considerato un bagaglio) venga sbarcato a Francoforte. Questo però a creato delle difficoltà e ci hanno messo un sacco di tempo per fare tutte le pratiche; alla fine è venuto un operatore che ha preso cane e trasportino (li ho accompagnati fino dopo i controlli di sicurezza per far passare il trasportino senza il cane sotto i raggi X) e li ha portati all'aereo.

Poi siamo andati finalmente al gate, giusto in tempo per l'imbarco.

Atterrati a Francoforte siamo andati a ritirare il cane dove si ritirano i bagagli fuori misura, siamo usciti e i ragazzi hanno subito trovato un MacDonald. Abbiamo mangiato li e poi, dopo un po' di attesa, preso lo shuttle per l'albergo.
All'hotel ci avevano preparato una stanza carina con le ciotole e del cibo per il cane.

Siamo cascati sul letto e dormito fino alle 5:30 del mattino; passeggiata col cane per farle fare un po' di pipì e finalmente, alle 6:30, siamo andati a fare un'abbondante colazione. Alle 7:00 abbiamo preso lo shuttle per l'aeroporto pronti a rifare il checkin del cane.

A Francoforte è andato tutto più liscio. Checkin fatto e cane consegnato all'operatore per l'imbarco. (Spero abbiano tirato fuori il cane per far passare il trasportino sotto i raggi X).

Poi ci abbiamo provato.

Siamo andati verso il gate dove mia moglie e i ragazzi dovevano partire. Ad un certo punto c'erano delle guardie che controllavano che i passeggeri avessero la carta d'imbarco corretta.
Ho chiesto alla signora se potevo passare lo stesso anche se io l'imbarco ce l'avevo ad un altro terminale e lei mi ha chiesto: "Si, ma poi lei sa come passare da un terminale all'altro?" la mia risposta è stata (con un sorriso) "Beh, ho 4 ore, credo che la strada la riuscirò a trovare" e mi ha fatto passare.

Al controllo passaporti non chiedono la carta d'imbarco e quindi sono entrato mostrando il mio passaporto.
Invece mi moglie ha dovuto mostrare un sacco di documenti: la sua carta di soggiorno dove ci sono anche i due ragazzi più grandi, il passaporto del piccolo che, essendo anche cittadino Italiano, non è nella carta di soggiorno di mia moglie.

E li ho salutati al gate per il volo per Portland.

Poi ho girato un po' per i negozi dell'aeroporto in attesa del mio volo per Torino alle 13:10.
Atterrato di nuovo a Caselle vado a prendere la macchina e torno in ufficio.

Sono triste, da stasera arriverò a casa e sarò solo. Ma ho un sacco di lavoro da fare per svuotarla prima di partire.

Purtroppo non ho fatto foto.

27 maggio, 2008

Ochei Napulitan - secondo giorno

La notte l'ho passata bene: ho dormito come un sasso.

Venerdì (23 maggio 2008) mi sveglio presto, preparo la valigia e alle 7 sono a fare colazione, lascio il bagaglio in ostello e mi avvio verso il consolato.

La sera prima ero andato già a vedere dov'era quindi vado diretto.

Il consolato è facile da trovare: ci sono 4 camionette dei carabinieri ai 4 angoli.

Alle 7:30 sono in consolato. Il carabiniere all'esterno mi dice di aspettare e va a chiamare le guardie giurate. Uno di loro viene e si fa consegnare il passaporto.

Incomincio già a pensare: "sembra che invece di farci aspettare 9 ore in un corridoio oggi ci facciano aspettare lo stesso tempo al sole".E invece no.

Poco dopo la guardia del consolato torna con il passaporto e un numero. Io sono il numero tre.
Ci fanno entrare nel cortile e ci dicono di sedere su delle sedie di plastica, di quelle da giardino, sotto un gazebo.

Alle 7:55 precise chiamano il numero 1, pochi minuti dopo tocca a me. Le guardie mi fanno lasciare lo zainetto con tutta la roba elettronica (Telefonino, auricolare bluetooth, ipod, ...) ed entro con solo portafoglio e cartella con tutti i documenti.

Ci fanno sedere in una saletta e poi, ad uno ad uno, ci chiamano allo sportello.

La cosa strana dei consolati Americani (non so gli altri) è che tutto avviene attraverso un vetro, sembra che non vogliano avere contatti con il pubblico. La stessa cosa l'avevo vista al consolato Americano a Milano quando siamo andati a fare le pratiche per la cittadinanza per il bimbo più piccolo.

La signora (italiana) allo sportello mi chiede tutti i documenti e poi mi manda a fare la cosa più importante: pagare (400$).Torno allo sportello, consegno la ricevuta e mi dice di aspettare di essere chiamato per il colloquio con il console.
Dopo qualche minuto il console mi chiama, anche lui dietro un vetro.Il colloquio si è svolto più o meno in questo modo (in Italiano, lui aveva un accento Inglese Americano):

[Console]: Buongiorno.
[Io]: Buongiorno.
[Console]: Alzi la mano destra e giuri che tutto quello che ha scritto è vero
[Io]: (alzando la mano destra) Si, lo giuro
[Console]: Grazie

Mi restituisce un po' degli originali e mi dice di tornare alle 16:00.

Torno in ostello a lasciare un po' di roba ingombrante (la radiografia) e pesante (la cartella con i documenti) e poi mi faccio un giro per Napoli. Prima sul lungomare e poi un po' all'interno, in centro.

Alle 15:30 sono di nuovo in consolato. Stavolta senza controllare nulla ci fanno accomodare in cortile, sotto il gazebo.

Alle 16 precise esce il console in persona (dico: esce, non dietro alla porta) e ci consegna:
  • Il passaporto con attaccato un adesivo con il visto
  • Una grossa busta che non dobbiamo assolutamente aprire (pena: dover ricominciare tutto da capo) da consegnare all'ufficiale di immigrazione al(l'aero)porto d'entrata.

Ne approfittiamo per fargli ancora qualche domanda e poi saluto il console e vado via.

Torno a prendere la valigia in ostello e faccio finalmente il biglietto del treno per il ritorno.

Sono le 17. Ho ancora tempo per fare un giro intorno alla stazione Centrale di Napoli, di mangiare una Zuppa di Cozze in un ristorante e alle 21:30 sono nel mio vagone letto, alle 21:50 il treno parte.

Arrivo a casa alle 9 del giorno dopo.

Anche questo passo per fare l'Americano è fatto.

26 maggio, 2008

Ochei Napulitan - primo giorno


Per noi che vogliamo fare gli Americani il passaggio per Napoli è obbligatorio.

Ho preso il treno mercoledì scorso (21 maggio) da Torino Porta Nuova e, dopo la notte in cuccetta, mi sono recato ad un centro analisi di Napoli dove ero prenotato per la visita medica per conto del consolato Americano.

Sono arrivato al centro analisi alle 7:30 e quasi subito ci hanno chiesto il passaporto. Il corridoio del centro analisi dove eravamo ammassati era zeppo di gente. Quel giorno c'erano almeno 50 persone prenotate. Da quel che ho capito questa cosa la fanno una volta alla settimana. Quindi ogni settimana al giovedì fanno le visite mediche e il venerdì i colloqui in consolato.

Dopo un po' mi hanno chiamato, breve colloquio in cui hanno verificato che avessi tutte le vaccinazioni necessarie e le mie malattie passate. Poi ho pagato (ovviamente) e mi hanno rimandato ad aspettare.

Qualche decina di minuti e mi hanno chiamato per una normale visita medica generica, attesa e chiamata per prendere il sangue (gli unici esami sono per l'AIDS e la Sifilide).

Poi altra attesa (e siamo già oltre le 11) e chiamata per i raggi X al torace.

Dopo questo sono andato a mangiare qualcosa: una pasta pomodoro capperi e olive particolarmente buona e a fare una passeggiata. Il quartiere intorno non era particolarmente bello ma il tempo era ottimo: sole e caldo.

Altra attesa... fino alle 17. Senza dirci nulla, solo aspettare.

Poi vengono a darci le radiografie e le fatture e a dirci di trovarci tutti il giorno dopo alle 8:00 in consolato indipendentemente dall'ora in cui avevamo l'appuntamento.

Probabilmente vedendo quante persone c'erano si sono spaventati e si stanno organizzando. Al consolato, il venerdì, non vogliono andare a casa troppo tardi.

Finalmente me ne posso andare da questo laboratorio di analisi e posso recarmi all'ostello.

Avevo prenotato una camera all'ostello della gioventù di Napoli (che si trova dietro la stazione di piedigrotta). Cosa dite? Cosa centro io con un'ostello della gioventù? Ma io sono giovane dentro! Profondamente dentro!

L'idea dell'ostello si è rivelata una scelta felicissima: è a pochi passi dal consolato Americano, è carino e confortevole.

Alla sera sono andato a mangiare una pizza con mozzarella di bufala, poi una passeggiata per vedere dove è effettivamente il consolato americano e poi finalmente a dormire.

Ero abbastanza sfiancato, a parte la notte in cuccetta che non è particolarmente confortevole, la giornata in attesa mi ha veramente sfibrato.

E domani in consolato per la consegna dei documenti e il colloquio con il console.

Nella foto: il luogo della lunga attesa.

19 maggio, 2008

Tonnellate di documenti

Ma vi rendete conto quanto è complicato avere il visto per andare negli USA a lavorare?
Io credevo che il permesso di soggiorno per mia moglie fosse stato complicato ma è nulla in confronto a quello che devo fare io per trasferirmi la.

In primo luogo bisogna mandare un pacco di moduli e fotocopie di documenti all'ambasciata americana a Roma. Nel pacco ci deve essere anche un assegno circolare in dollari americani (350$)

Poi ti rispondono dicendo che è tutto a posto e hanno trasmesso la pratica all'ufficio USCIS (United States Citizenship and Immigration Service) in Italia, che si trova a Napoli.

Dopo un po' arriva una comunicazione da Napoli che dobbiamo procurarci un'altra tonnellata di documenti e moduli e poi telefonare ad un numero 899 (costo 1,5 EURO al minuto) per prendere un appuntamento.

Procurati i documenti, compilati i moduli, chiamato il consolato (con operatore napoletano) preso l'appuntamento e mi accingo a partire.

Dopodomani devo partire vediamo un po' cosa succede.