28 giugno, 2008

Succhiasangue e cacciatori di teste

A Fort Rock sta succedendo qualcosa di anomalo.
E' pieno di zanzare.
Non è normale. Qui nel deserto è così secco che le zanzare non dovrebbero sopravvivere. Però, mi hanno detto, la primavera è stata particolarmente umida e probabilmente è per questo che ce ne sono tante.
E sono particolarmente cattive.
Probabilmente le ho portate io dall'Italia ma le zanzare italiane non sono così cattive.
Stamattina (prima delle 8:30 affinchè non sia troppo caldo) sono andato con i miei suoceri a far fare una passeggiata ai cani in un boschetto a 15 minuti di auto da qui (siamo ne deserto ma le foreste non sono lontane) e parecchie di loro si sono nutrite del mio sangue.
Spero che vadano via presto.

Ieri, mentre ero a fare un giro in bici con i ragazzi, mia moglie ha chiamato un'agenzia di ricerca lavoro (cacciatori di teste, appunto) e le hanno chiesto di mandare il mio CV.
Abbiamo fatto le ultime modifiche e correzioni e, intorno alle 15 lo abbiamo mandato all'indirizzo che ci hanno detto.
Un'ora dopo suona il telefono.
Sono loro. Ho un appuntamento per lunedì alle 11 nel loro ufficio.
Io avevo già previsto di andare lunedì in città a fare alcune pratiche amministrative come la richiesta di un SSN (Social Security Number), l'equivalente americano del codice fiscale.
Così colgo due piccioni con una fava: il SSN e il colloquio. Oltre ad un po' di shopping che dovremo comunque fare.

Riposo

La notte è trascorsa bene.
mercoledì, verso le 10, mia moglie e mia suocera con il piccolo, sono venute a prendermi.
Dopo i soliti baci ed abbracci, siamo andati a fare un po' di spesa e poi finalmente verso casa di miei suoceri, a Fort Rock.
Finalmente ho potuto riabbracciare i ragazzi e il cane. Ho fatto conoscenza anche con gli altri due cani dei miei suoceri (uno lo avevo già incontrato qualche anno fa).
Le giornate successive sono state di puro rilassamento.
Stamattina abbiamo fatto un po' di foto.
Queste sono nel giardino dietro la casa.










Questa è una foto con il Fort Rock sullo sfondo.



Ma la vera attività di questi giorni è questa:

Si, dormire.

Eventualmente circondato dal mio bimbo e dalla mia bimba.




25 giugno, 2008

In viaggio 2

Anche i due salti successivi sono passati.
Non è successo niente di interessante da raccontare. L’aereo da Washington DC a Seattle era abbastanza scomodo e praticamente non sono riuscito a dormire.
Sono arrivato a Seattle, ho fatto la carta d’imbarco per Redmond, ho cercato qualcosa da mangiare (sull’aereo non hanno dato da mangiare; se si voleva si poteva comprare il pranzo ma … alle 17:45 ora di Washington e quindi 14:45 ora di Seattle,io non avevo proprio fame). Ho mangiato un trancio di pizza (abbastanza terribile) da “Sbarro”. Poi sono andato in giro per l’aeroporto. Anche da Seattle non c’era una connessione a internet libera per cui non ho potuto pubblicare nulla sul blog.
Poi, alle 22:35 è iniziato l’imbarco sull’aereo per l’ ultimo salto. Era un piccolo boeing 757 e probabilmente ci sono stati dei problemi di carico dei bagagli nella stiva. Mi piace pensare che le mie tre valigione occupavano tutta la stiva e hanno dovuto trovare un modo per stipare tutto. Comunque alle 23:40 circa (l’orario era per le 22:55 per atterrare alle 23:59) c’è stato il decollo e l’atterraggio alle 0:30 del giorno dopo.
Fuori c’era un tassista che mi aspettava e, dopo una breve attesa delle mie valigie, che sono arrivate tutte senza intoppi, mi hanno portato in questo motel della catena super8. In effetti devo ringraziare mia moglie di aver pensato di non venirmi a prendere a mezzanotte ma di prenotarmi questa stanza. Da qui a casa dei miei suoceri ci sono ancora almeno due ore di auto e io non ce la facevo più.
Sono, quindi, arrivato al motel e ho finalmente dormito il sonno del giusto, anche se solo per poche ore.

In viaggio 1

Ebbene si, il grande giorno è arrivato.
Stamattina sveglia alle 4, per le abituali abluzioni mattutine, e alle 5:10 il mio amico Jack era sotto casa mia a caricare l’emigrante (io) i miei genitori che volevano accompagnarmi all’aeroporto e tre valigie piuttosto pesanti.
Devo ringraziare veramente molto Jack per questo passaggio.
A Caselle non c’era molta gente. Ovviamente mi hanno fatto pagare il bagaglio extra. Le regole sono: 2 bagagli per un peso complessivo di 27Kg. In tutto io avevo 56 Kg. Mi hanno fatto solo pagare il bagaglio extra.
Il ckeck-in me lo fanno per i bagagli fino a Redmond Oregon, mentre non possono farmi tutte le carte d’imbarco, per l’ultima tratta, Seattle-Redmond, la dovrò fare in loco, dopo il volo da Washington DC.
Poi il primo salto: decollo alle 7:10 Torino – Francoforte; atterraggio intorno alle 8:25.
Poi il primo (e finora unico) problema. Vado a cercare il gate dal quale deve partire l’aereo per Washington. I monitor dicono “A”, senza numero.
Mi avvio seguendo le indicazioni per tutti le uscite “A” ma ad un certo punto le vie si dividevano: A1-A41 da una parte; A42-A63 da un’altra. Cosa fare? Per fortuna vicino a questo bivio c’era un chiosco delle informazioni e loro, telefonando alla centrale, mi scrivono A58 sulla carta d’imbarco.
Vado al gate (ho dovuto prendere il trenino, che assomiglia alla metropolitana di Torino, per spostarmi da un terminale all’altro) e mi imbarco sul volo Francoforre-Washington.
Il volo era in ritardo già in partenza. A quanto pare l’aeromobile è arrivato in ritardo e il volo verso Washington è stato schedulato alle 11:15 invece che alle 11:00. Mentre ci imbarchiamo sentiamo la voce del capitano che chiede di fare in fretta perché l’autorità aeronautica ci ha riservato uno slot che ci permetterebbe di non essere troppo in ritardo e di recuperare un minimo. Siamo stati dei bravi passeggeri, abbiamo beccato quello slot. Il decollo è stato alle 11:58.
E anche il capitano è stato bravo. L’atterraggio, da orario, era previsto alle 14:05 e siamo atterrati alle 14:20 circa.
Il volo è stato noiosissimo, anche perché ero agitato per quello che mi aspettava dopo (immigrazione, …); quindi: dormire nemmeno a parlarne, ho guardato un paio di film (in inglese i film non mi divertono tanto) ascoltato musica, letto, in pratica non mi passava più.
Dopo l’atterraggio i sono finalmente passato dagli ufficiali dell’immigrazione a mostrare il mio bel visto e quel pacco di documenti che mi hanno dato a Napoli.
Prima sono andato al normale gabbiotto dove controllano il passaporto. L’ufficiale mi ha chiesto i documenti della busta chiusa che mi hanno dato a Napoli, e poi, dopo avermi detto “Welcome to America”, mi ha mandato, con tutta la mia roba, ad un secondo ufficio dove hanno preso la mia impronta digitale (con il vecchio metodo: l’inchiostro) fatto firmare un foglio e mi hanno dato indietro il passaporto con il timbro di ingresso negli Stati Uniti. Questa è la mia Green Card (Permesso di soggiorno) per un’anno. Entro un anno mi deve arrivare la Green Card definitiva.
La parte più complicata è passata. È stata meno complessa di quanto temevo e certamente molto più veloce. Ha aiutato molto il fatto che non c’erano code.
Il passaggio successivo consiste nel prendere i bagagli, quelli spediti nella stiva, farli passare di fianco ad un signore che prende un foglio su cui ho scritto quello che avevo da dichiarare (praticamente solo computer e telefonino, oltre agli effetti personali) e poi vado a rimetterli su un altro tapis roulant da dove, spero, saranno imbarcati sui voli successivi.
In pratica alle 15, ora locale di Washington DC, sono già al gate ad aspettare l’aereo che partirà alle 17:35.
Intanto scrivo questo articolo del mio blog che pubblicherò, però, in seguito perché in questo aeroporto non c’è una connessione ad internet libera.

22 giugno, 2008

Vuota!!!


Ebbene si, finalmente la casa è vuota.

Sembrava impossibile. Ogni volta che mio padre ed io portavamo via una macchinata di roba, ritornavamo e ce n'era ancora un sacco.

Secondo me le cose lasciate li si riproducono, figliano. Abbiamo portato via, e buttato via, tantissime cose e continuavano ad essercene.

Ma alla fine ce l'abbiamo fatta.

Questa è la mansarda vuota.

Il corridoio con in fondo la camera dei ragazzi.

E il salone.

Temevo veramente di non farcela. Dopodomani parto. Domani sarà un'altra giornata ricca di cose da fare ma almeno la casa è vuota.

18 giugno, 2008

Biglietti

La casa si sta svuotando.
A guardarla adesso non sembra. Ci sono un sacco di scatoloni sparsi ovunque.
Però tutti gli armadi sono vuoti e venerdì, tra il pomeriggio e la sera vengono a portarmi via tutti i mobili.
Nel frattempo ho fatto i biglietti.
Parto martedì 24 giugno con l'aereo delle 7:10 per Francoforte e, dopo Francoforte, Washington DC e Seattle, atterro alle 23:59 dello stesso giorno a Redmond Oregon.
Il piano dei voli è questo (IAD è Washington DC):

UA8791 24JUN TRNFRA 0710 0835
UA 953 24JUN FRAIAD 1100 1405
UA 917 24JUN IADSEA 1735 2019
AS2297 24JUN SEARDM 2255 2359

A Washington ho più di tre ore di tempo per espletare le pratiche di immigrazione (cioè far vedere quel bel visto che con tanta fatica mi sono procurato a Napoli); dovrebbero essere sufficienti.

Se volete potete divertirvi a tracciare la posizione del volo in tempo reale (ci sono parecchi siti che lo fanno).

02 giugno, 2008

Arrivati

Il resto della famiglia è arrivata felicemente a destinazione. L'aereo è atterrato alle 11:08, ora di Portland OR.

Sono atterrati in orario e, dopo un po' di passaggi tra controllo passaporti e ritiro bagagli (cane compreso) hanno trovato i miei suoceri ad aspettarli all'uscita.

Poi un po' di ore di auto per raggiungere casa dei miei suoceri e finalmente sono arrivati.


Ecco il piccolo che fa la conoscenza di nuove amiche.

E che fa nuove esperienze

E il medio che realizza un sogno che aveva da molti mesi: scavare un buco.

Io sono qua a finire di chiudere casa.